venerdì 25 aprile 2014

Sito neolitico del Pescale

Castelvecchio s/S è raggiungibile dalla pianura modenese attraverso la provinciale che da Sassuolo arriva fino a Prignano, comune capoluogo, per poi diramarsi: a destra per scendere verso il Rossenna; a sinistra per salire a Serramazzoni.
Passaggio d'obbligo è l'attraversamento del ponte, nei pressi del sito neolitico noto come Rupe del Pescale e di grande interesse archeologico, sul torrente Pescarolo che sfocia nel fiume Secchia.
Questo luogo era nel passato molto frequentato nel periodo estivo perché consentiva alla gente dei paesi  limitrofi la balneazione nel Secchia.













[5 aprile 2006]
Rupe del Pescale 
Donazione alla Provincia della rupe del Pescale di Frignano, importante sito archeologico del neolitico


rupe del pescale: area della rtupe del Pescale sul fiume Secchia a Prignano
La rupe del Pescale di Prignano diventa di proprietà della Provincia di Modena. Il proprietario dell’area, William Pifferi, titolare della Ceramica Artistica due di Pigneto, ha deciso di donare all’ente quello che è considerato uno dei più importanti siti archeologici del modenese, dichiarato nel 1984 di rilevante interesse dal ministero dei Beni culturali.
Nel prendere atto della donazione ilConsiglio provinciale hanno espresso la soddisfazione perché con questo atto "il patrimonio pubblico si arricchisce di un rilevante sito archeologico che ora potrà essere valorizzato e promosso".
Egidio Pagani, assessore provinciale al Patrimonio, ha manifestato l’impegno della Provincia a realizzare nell’area "progetti a carattere culturale, ma anche ambientale come la pista ciclopedonale collegata al percorso Natura del Secchia, oltre alla possibilità di intervenire sulla viabilità della zona per migliorare la sicurezza lungo la strada provinciale di Castelvecchio".
Il sito archeologico del Pescale si estende su una superficie di quasi 15 mila metri quadrati; da quando fu scoperto, alla fine dell’800, è diventato un’area di studio e ricerche sulla preistoria italiana.   Lo spiazzo pianeggiante che contraddistingue la sommità della rupe, fu sede di un villaggio preistorico.L’insediamento era formato da grandi capanne in legno e argilla e durò dalla fine del V o dall’inizio del IV millennio a. C. fino alla prima metà del III. Il materiale recuperato in varie campagne di scavo, documenta infatti la successione delle diverse culture sviluppatesi nell’Emilia occidentale durante l’intero Neolitico.
Gli scavi eseguiti nel 1937 e nel 1942 dal paleontologo modenese Fernando Malavolti hanno permesso di scoprire tracce di un abitato neolitico con fondi di capanna, focolari, tombe, manufatti in pietra e osso, oggetti terracotta e vasellame in ceramica risalenti al sesto millennio avanti Cristo. I reperti sono oggi custoditi nel museo civico Archeologico ed etnologico di Modena.
Di notevole importanza anche alcuni ritrovamenti risalenti ad epoche successive come un vaso dell’età del rame del terzo millennio avanti Cristo e alcune testimonianze dell’età dall’età del bronzo fino all’epoca romana.
(dal sito della Provincia di Modena)

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