Ci recavamo verso sera, adulti e bambini, all'oratorio intitolato alla Madonna Davato per la recita del Rosario.
Noi della borgata di Casa Sartori salivamo lungo
la curta, carreggiata fra i campi che portava anche alla Chiesa, all'asilo e al cimitero oltre che alle piccole borgate limitrofe: la Ceragna, la Caselletta e altre.
L'oratorio è stato restaurato e riaperto al culto il 15 agosto 2004.
"Il recupero di questo edificio, che può vantare una grande devozione da parte della popolazione locale, è stato eseguito totalmente da volontari, ed in particolare dal Gruppo Alpini di Prignano e da cittadini di Castelvecchio.
Molti sono i "misteri" che conserva ancora questo piccolo oratorio, nonostante sia stato riportato all'antico splendore. Non chiara, infatti, è la stessa etimologia del nome "Madonna Davato", a cui è intitolato. Ignota, inoltre, è la data esatta della sua edificazione, anche se una trave ristrutturata durante il restauro riporta un'incisione dell'anno 1627.
Alla santa messa che è celebrata in occasione dell'inaugurazione ufficiale da don Orazio Salsi, hanno preso parte autorità civili e religiose."
(da PrignanoInforma)
Mi piace ricordare che in omaggio appunto agli alpini l'oratorio è stato dotato di un'acquasantiera scolpita da Patrizio Pecchi nella forma del cappello da alpino.
Mi piace inoltre ricordare che la vecchia
curta è da diversi anni nuovamente praticabile a piedi grazie all'intervento di Tiziano Spezzani.
Ed ecco quest'usanza ormai abbandonata che mi è stata raccontata da un abitante di Castelvecchio.
Nel giorno di Santa Croce, il 3 di Maggio, i nostri contadini usavano piantare nei campi, a invocare la protezione del raccolto, una croce costruita con due spezzoni di canne incrociate e legate con
spago o fil di ferro.